A cura di don Eric Oswald Fanou
Ieri a Roma, è stato celebrato il funerale di Papa Francesco, grande apostolo della misericordia di Dio. In questa domenica, la Chiesa ricorda in modo particolare la Misericordia di Dio. Nel Vangelo, Gesù appare ai discepoli, dona loro la sua pace e li manda con la forza dello Spirito a portare la pace alle persone di buona volontà, come egli stesso la portò a Tommaso. Il Signore va incontro agli affamati di pace e di verità.
Nel Vangelo odierno, ciò che attira prevalentemente l’attenzione è la vicenda di Tommaso. E questo perché ci sentiamo anche noi più vicini a Tommaso nella sua fatica a credere alla testimonianza degli altri sul Risorto. Non siamo immuni dai dubbi che, purtroppo, vengono alimentati dagli esempi di incoerenza nella vita degli eminenti seguaci di Cristo: incoerenza dell’ipocrisia, ma anche l’incoerenza di vivere come se Cristo non fosse risorto, come se il sepolcro fosse la fine di tutto, come se la misericordia di Dio non fosse vera.
Nel Vangelo, Tommaso non mi pare l’unico dubbioso. Tutti erano ancora chiusi per paura, nonostante avessero sentito la testimonianza delle donne recatesi alla tomba alla prima ora dello stesso giorno. Hanno sentito probabilmente la testimonianza del discepolo amato che vide e credette. Eppure, insieme a Tommaso, molti di loro non credevano ancora. Tutti, tranne Tommaso assente, gioirono dopo aver visto le mani e il fianco del Risorto. La testimonianza degli altri non è bastata a convincere Tommaso. Era troppo bello per essere vero o era talmente deluso che non gli sembrava possibile.
Comunque, Tommaso sembra una persona sincera. Non si lascia trascinare dal pensiero di gruppo. Non fonda la propria valutazione solo su ciò che dicono gli altri. Voleva anche lui fare la propria esperienza del Risorto. Penso che sia saggio, invece di fidarsi facilmente delle chiacchiere, fare la propria esperienza delle persone che stimiamo meno o oggetto di chiacchiere, oppure almeno concedere a tali persone la presunzione caritatevole d’innocenza. Per quanto riguarda Tommaso, Gesù stesso gli venne incontro.
Nonostante il suo dubbio, Tommaso non diventa ribelle, non si allontana dalla comunità nascente. Non impone il suo dubbio agli altri, rispetta la loro fede nel Risorto. Tommaso mi sembra una persona di buona volontà, una volontà assetata della verità. A Tommaso, Gesù provvede alla sua richiesta di vedere le mani e di mettere il dito nel suo fianco. E Tommaso subito passa dal dubbio alla professione di fede. Ci si potrebbe domandare perché il Risorto non fece dono delle apparizioni anche ai sommi sacerdoti o a Pilato perché si convertissero anch’essi.
Le persone più colpite dalla morte cruenta di Gesù sono i discepoli. Le apparizioni sono per loro sorgente di pace, di riconciliazione con la fede e forza per portare avanti la testimonianza. Il racconto delle fatiche dei discepoli a credere va incontro alla nostra fatica a credere. L’obiettivo di questi racconti è di togliere ogni dubbio e fare della risurrezione una certezza, non una chiacchiera. Ora c’è tutto ciò che serve per credere. E Gesù va sempre incontro alle persone di buona volontà in cerca della verità. In Lui trovano la pace. Che il Signore ci colmi della sua pace. Buona Domenica della Misericordia.