A cura di don Eric Oswald Fanou
In questa domenica leggiamo la Passione di Cristo secondo san Luca, cioè gli eventi che segnano la sua vita dall’ingresso a Gerusalemme fino alla crocifissione. La Passione fa pensare subito al dolore patito da Gesù per la nostra salvezza. Mentre il suo dolore ci rattrista, la salvezza da lui compiuta ci riempie di gioiosa speranza. Fermiamoci sulla faccia gioiosa della Passione di Cristo.
Nel racconto del Vangelo, Gesù mostra che nessuno gli toglie la sua vita. I fatti non si svolgono secondo il volere degli scribi, dei farisei e del sommo sacerdote. Loro credevano di arrestare un delinquente, un falso profeta che creava zizzania in mezzo al popolo. Credevano di aver condotto gli eventi sotto il loro controllo. Invece Gesù mostra di aver consegnato liberamente la propria vita alla morte. Lo dimostrano tutte le volte che non sono riusciti a mettergli le mani addosso e il dire del Vangelo che non era ancora la sua ora. Egli stesso lo dice nella Passione: 《Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è la vostra ora.》 Essendo una scelta libera, continua ad essere buono nei confronti dei suoi detrattori.
In pieno arresto, quando scaturisce l’impeto di uno dei suoi seguaci che colpisce il servo del sommo sacerdote tagliandogli l’orecchio, Gesù lo guarisce. In tutto ciò che ha patito, la sua bontà non è mai venuta meno. Senza nulla togliere al dolore, tutto fu già deciso nella scelta di salvare gli uomini. Né l’avvertimento del tradimento di Giuda e di Pietro, né l’abbandono dei suoi amici più stretti, né le lacrime di sua madre e dei parenti hanno fermato questa scelta. Scelta non facile, come lo esprime nel grido al Padre, ma rimasta immutabile per salvare tutti, compresi sua madre, i suoi fratelli, i suoi amici… Ecco. Siamo di fronte a un Dio che, prima della Passione, è appassionato d’amore per l’uomo. Che ci dia la grazia di considerare seriamente la sua passione per noi. Buona domenica delle Palme (Ulivi).