LA PARROCCHIA DI ARGELATO
Le prime notizie sulla chiesa parrocchiale dedicata a S. Michele Arcangelo, forse costruita prima del passaggio del feudo sotto Matilde di Canossa (1046), le troviamo nei documenti sulla donazione della Motta di Argelato effettuata dalla Contessa al Capitolo di Bologna (1105), che “vi manteneva un sacerdote per la cura delle anime” (Calindri).
Successivamente pare che l’edificio religioso sia stato ricostruito nel 1462 con l’aggiunta di un convento dei Padri di S. Francesco, come risulta da una planimetria del perito agrimensore G. Toschi in data 1664 (FIGURA 2). Nel disegno si evidenzia una costruzione a quadrilatero vicino alla via pubblica (verso Ovest), con un pozzo centrale all’interno della corte porticata.
Un’altra perizia, attuata dal perito agrimensore Camillo Saccenti nel 1664, riguardo la divisione di terreni tra Don Girolamo Lambertini (Rettore della parrocchia dal 1640 al 1675) delle cure di Argelato, Don F. Galli della parrocchia di Mascherino ed i Frati di S. Francesco de’ Ronchi di Venezano, si evidenzia ancora più schematicamente l’esistenza della chiesa e del convento, sia nel disegno che nella legenda al punto D (FIGURA 1).
La prima menzione a “parrocchia” di Argelato, la ritroviamo all’anno 1623 nel libro più antico dell’archivio della chiesa, quello dedicato ai matrimoni.
In precedenza, nel 1578, il disegno n. 256 della Raccolta Gozzadini (FIGURA 3) ci presenta la chiesa di “Argilà” vista dall’antica Via di Mascherino a Ovest. Senza evidenziare il quadrilatero del convento e riportando solo una parte dell’edificio sulla Via Centese affiancato al pozzo del cortile porticato.
Lo studioso Oretti ci rivela l’esistenza del disegno della chiesa di Argelato, fatto nel 1669 da Giovanni Battista Torri, attivo a Bologna dal 1689 al 1696; nel 1753 l’edificio è stato ampliato verso la forma attuale, sembra su progetto di Carlo vandi, attorno al 1750 (Oretti), com l’aggiunta dell’abside nel 1800. Il campanile, riedificato nel 1812, è stato oggetto di restauro nel 1839 (FIGURA 4, 5, 6, 7).
Anticamente sappiamo dell’esistenza di altre due chiese, dedicate l’una a S. Maria, poi demolita, e l’altra a S. Prospero, ubicata probabilmente all’interno della motta-castello (visto che la posizione della chiesa attuale risulta all’esterno di tale area). Tali edifici ci sono ricordati in un atto di donazione (1213) di alcuni beni “in Argelata” del Vescovo di Bologna Gerardo ad un Arciprete della stessa città; S. Prospero: “…assai ricca perché avente più Chiericati e Cappellanie…” viene profanata e devastata nelle varie scorribande soldatesche durante le invasioni e rimane abbandonata e poi demolita , col passaggio dei titoli e dei chiericati alla parrocchia di S. Michele nel secolo XVI.
La chiesa di S. Michele Arcangelo
Tornando alla chiesa suddetta, ed in particolare alla sua composizione interna, troviamo l’altare maggiore sormontato dall’immagine del santo patrono, attorno al quale si dispongono lateralmente quattro altari arricchiti da otto quadretti di santi di buona fattura; tra le decorazioni, oltre agli stucchi opera di Antonio Borelli, attivo a Bologna dal 1765 al 1782, l’Oretti ci ricorda l’esistenza di una scultura al naturale di “S. Michele A.” che scaccia il demonio. L’opera, ora mancante, dello scultore bolognese Gio. Maria Bassi (attivo a Bologna verso il 1710), era posta sopra la porta principale della chiesa
Risultano disperse anche “…due tavole d’altare, una con S. Giuseppe in alto, S. Margherita da Cortona abbasso che adora il Bambino Gesù, l’altra con S. Antonio col Bambino Gesù, S. Vincenzo de Paoli, di mano di Francesco Caroli Bolognese (attivo tra il 1760 ed il 1782), esposta in chiesa l’anno 1761 e fu stampato in Bologna un sonetto del sig. Pietro Zannarini; … e ancora il Battezzato di Cristo di Gio. Battista Bader, attivo intorno al 1740” (Oretti).
Proseguendo nella descrizione dell’interno, notiamo dietro l’altare, privo dell’antico coro in legno, l’organo del Veratti, ubicato in tale posizione alcune decenni orsono, alterando la naturale e antica posizione del quadro di S. Michele sito in precedenza entro una cornice di stucco sull’altare maggiore.
Partendo da quest’ultimo troviamo in alto bacheche con reliquie di santi, provenienti dalla chiesina di S. Maria della Venenta, e sul lato destro la cappella dedicata a S. Giuseppe, prolungata poi nel 1930 verso la strada.
Sulla navata si affacciano quattro cappelle, delle quali le prime due, centrali, sono le più antiche e contengono nel pavimento le sepolture dei parroci sino all’Ottocento; l’altare di sinistra è dedicato alla Madonna del Rosario, con la Vergine effigiata in un quadro coronato da 15 formelle rappresentanti i Misteri, mentre quello di destra è dedicato al SS. Crocifisso.
Verso l’ingresso, i confessionali sono sormontati da un pulpito di legno a sbalzo e da una nicchia con la statua di Cristo Re donata, come riporta la lapide, dal Cardinale Svampa.
Alle restanti cappelle di S. Antonio da Padova e del Sacro Cuore di Gesù, si aggiunge la suggestiva cappellina dedicata alla Madonna di Lourdes, costruita di fronte al fonte battesimale intorno al 1900 (FIGURA 6).
Fonte: "Antiche ville e palazzi della campagna di Argelato", L. Cremonini e P. Ruggeri, Società Editrice Esculapio, Bologna, 1992