15 domenica del Tempo Ordinario /C

Uomo dal cuore d’oro

Lc 10,25-37

A cura di don Eric Oswald Fanou
Il Vangelo di questa domenica racconta un dialogo tra Gesù e un malizioso dottore della Legge. Quest’ultimo voleva sapere ciò che deve fare per meritare la vita eterna. Volendo sempre trovare un motivo di accusare Gesù, Gli chiese di chiarire la nozione del prossimo. Gesù con la parabola del buon Samaritano invita il dottore della legge a coltivare la bontà di cuore. La legge senza la compassione uccide.
Gesù non si limita a definire il prossimo, ma lo incarna. Il Samaritano, un estraneo, addirittura un nemico secondo la mentalità comune, è colui che vede il bisogno, si commuove e agisce. Non chiede chi sia l’uomo ferito, quale sia la sua religione o la sua provenienza. Vede solo un essere umano in difficoltà e si fa prossimo. Questo è il cuore del messaggio: non è questione di definizioni legali o cavilli teologici, ma di una disponibilità interiore a vedere e a servire chiunque incontriamo nel bisogno.
È importante sottolineare che la domanda del dottore della Legge non era mossa tanto dalla preoccupazione di ereditare la vita eterna, quanto dal desiderio di mettere alla prova Gesù, di trovare un pretesto per sconfessarlo e screditare il suo insegnamento. Questo rende ancora più potente la risposta di Gesù, che non cade nella trappola ma eleva il discorso a un livello superiore, quello della compassione.
I Samaritani, all’epoca, erano considerati degli eretici, separati dal popolo ebraico e disprezzati. Eppure, è proprio un Samaritano a mostrare la vera carità. Il sacerdote e il levita, figure religiose rispettate, passano oltre. Forse, come suggerito, non potevano toccare un morto o il sangue per non incorrere in impurità rituale. Potrebbe darsi che abbiano osservato la legge alla lettera, ma nel farlo, hanno perso di vista il cuore della legge stessa: l’amore.
Gesù ci invita proprio a uscire dalla “legge per legge”, da un’osservanza sterile che non è animata dal cuore. Quanto ci piace stare con persone che hanno un cuore buono, un “cuore d’oro”! Si dice di loro che sono persone buone, e il Samaritano ha mostrato proprio un cuore compassionevole. Siamo invitati a diventare noi stessi un cuore compassionevole, come per fare un esempio, quelle persone che, rischiando la propria vita, nascondevano gli ebrei dalla cattiveria nazista, dimostrando un’umanità straordinaria. Il cuore che non si commuove davanti alla sofferenza sta morendo. Verso di noi Dio è infinitamente compassionevole, e in noi vuole continuare a manifestare la sua compassione, rendendoci strumenti del suo amore nel mondo. Che lo Spirito ci illumini alla comprensione della compassione di Dio.