A cura di don Eric Oswald Fanou
In questa domenica, la Chiesa celebra la Santissima Trinità, ovvero il mistero di Dio, uno in tre Persone. Questo mistero è richiamato anche nel semplice segno della Croce. La Trinità ci insegna che Dio, in quanto Amore, non può essere pensato senza relazione. A sua immagine, è impossibile per l’essere umano vivere bene senza relazioni.
Celebrare la Santissima Trinità significa professare nuovamente che l’amore perfetto si colloca sempre in una pluralità di relazioni. Dio, che è Amore perfetto, non può essere concepito se non nella pluralità delle relazioni. Il Padre è Padre perché genera il Figlio, e il Figlio è Figlio perché è generato. L’atto di generare e di essere generato presuppone affetto e dono, che è lo Spirito Santo. Tutte e tre le Persone sono un unico Dio. L’esistere divino è l’esistere di tre relazioni sussistenti in sé. Allo stesso modo, non può fare a meno delle relazioni.
Per sua natura, e per il fatto di portare l’impronta di Dio, l’intera creazione è chiamata a vivere in comunione: comunione tra gli esseri umani e comunione con il creato. Anzi, l’uomo è stato creato per amore, per vivere nella relazione con il Creatore e con il creato. È presunzione pensare di poter vivere senza aver bisogno di Dio e degli altri. Le esperienze negative di comunione o di relazione non devono spingere a cercare rifugio nell’isolamento. Nell’isolamento si diventa fragili. La relazione tra di noi a volte è difficile, ma vale sempre la pena di provarci. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, siamo nella stessa barca dell’umanità. Nel suo Figlio, Dio ha aperto il seno della divinità all’umanità. Affidiamo le nostre paure di essere feriti e chiediamo la grazia di essere sempre aperti alla relazione.
Buona festa della Santissima Trinità!

